Steve Jobs … a mente fredda
Steve Jobs è morto. Internet piange la sua scomparsa senza però distinguere le due fasi che hanno contraddistinto la vita di questo insigne personaggio. I giovani fans del periodo postumo al ritono di Jobs in Apple non conoscono sicuramente se non l’ultima parte della sua vita e forse lo apprezzano al pari di un calciatore che ha avuto molto successo, spesso proiezione ideale delle ambizioni delle nuove generazioni. In principio Jobs fu un ribelle; interessato a scopi ben più alti e nobili del semplice vile denaro.
Chi ha vissuto anche il primo periodo, quello della fondazione dell’azienda, concorderà che Jobs meriti più riconoscimenti per la sua grande battaglia contro la macchina complicata, adatta solo agli addetti ai lavori, il vecchio sistema.. in poche lettere, il nero colosso IBM.
Durante la sua seconda era in Apple, Jobs ha edificato un culto consumista per conto di un consiglio di amministrazione spietato, a tratti discutibile e controverso rispetto agli obiettivi ai quali ambiva nel lontano ’84.. negli anni peggiori è passato dalla barricata degli idealisti a quella degli scalatori di borsa e accumulatori di capitalizzazione. Con il suo genio stilistico ed inventivo ha piegato le regole del mercato dimostrando che si può vendere qualsiasi innovazione anche a valori non consoni rispetto al reale valore della stessa, eliminando dalla lista dei suoi clienti le persone meno abbienti. Una sorta di “Think different..if you can”. In definitiva è diventato quello che da giovane aveva combattuto.
I nostalgici del vecchio Steve lo piangono due volte perché già per due volte è venuto a mancare il 5 ottobre 2011.
